mercoledì 12 marzo 2014

Disfunzione erettile, quanto conta l'aspetto psicologico?


«L’impotenza è di solito definita come la difficoltà – o addirittura l’impossibilità – a mantenere un’erezione adeguata e sufficiente per raggiungere la gratificazione sessuale, ma non è solo una mera questione meccanica». L’aspetto psicologico è tutt’altro che secondario, spiega Alessandra Coco, psicologa e sessuologa. «Si può raggiungere l’orgasmo e comunque considerare la prestazione non all’altezza, a causa dell’eiaculazione precoce o ».
della sensazione di debolezza. Non esiste un metro di valutazione di un problema così intimo, ogni persona attribuisce un livello di gravità diversa a quello che può accadere in camera da letto».

Prima dei cinquant’anni, le cause della disfunzione erettile sono soprattutto di natura psicogena.
«La cosiddetta ansia da prestazione influisce sul corpo dal punto di vista circolatorio: è il nostro meccanismo di difesa dalle emozioni che non vogliamo riconoscere, ma che sono innate e salva-vita. Rabbia e paura ci impediscono di vivere appieno e con serenità d’animo la sessualità, intesa come la ricerca di un piacere condiviso. Spesso l’orgoglio maschile cerca di ignorare queste avvisaglie del corpo e l’uomo cerca, nonostante tutto, di portare avanti l’atto erotico. Fino a quando non intervengono a interromperlo brutalmente l’agitazione e la perdita di controllo delle proprie emozioni. In condizione di normalità, se escludiamo quindi persone affette da problematiche psichiatriche o altre patologie che possono aggravare lo stato fisico, le cause che possono portare a questa situazione possono essere le più diverse. Nella mia carriera ne ho però individuate due in particolare, le difficoltà relazionali e il disagio occupazionale, che unite magari alla paura del giudizio e a un rancore represso, mandano in tilt la mente e, di conseguenza, il corpo».

Come affronta l’uomo questo dramma emotivo?
«Se per alcuni la vergogna impedisce di parlarne apertamente, sono molti di più coloro che, invece, fanno richiesta di un aiuto medico nel momento in cui l’organo maschile non funziona come dovrebbe. All’interno di un percorso di psicoterapia, si va a individuare il motivo alla base della temporanea impotenza, perché l’organismo continua a ribellarsi nonostante l’alto costo pagato per quella sintomatologia. Si scava, quindi, nella memoria alla ricerca di traumi o violenze di qualsiasi tipo – da quelle sessuali al bullismo, dalla paura del giudizio o del confronto all’ansia da prestazione a un certo tipo di educazione – che possono essere stati determinanti sul vissuto al punto da bloccare la sessualità. Di norma, lavorando con un esperto su quell’aspetto, con tanto impegno e un po’ di pazienza il sintomo tende a scomparire progressivamente nel tempo».

E se non basta?
«Altre volte ci si indirizza verso una terapia marcatamente mansionale. Si tratta di un lavoro educazionale, che prevede l’assegnazione di compiti specifici relativi alla sfera della sessualità, come - ad esempio - masturbarsi da soli o in coppia, “maneggiare” il proprio organo di riproduzione o agevolare la penetrazione durante l’atto sessuale. Si chiede ai pazienti di raccontare tutto ciò che avviene durante il rapporto, per analizzare in dettaglio e individuare eventuali barriere, mentali o fisiche, da superare. A seconda che abbiano un partner o meno, cambia ovviamente l’approccio. La ricerca del piacere condiviso deve essere un’esperienza positiva e ludica, ma bisogna essere capaci di giocare e giocare insieme».

Se, invece, la problematica è di natura organica, viene prescritto l’utilizzo di alcuni farmaci. A livello psicologico può creare una dipendenza?
«Assolutamente sì e nel caso di abuso – non per curare davvero l’impotenza ma per incrementare la potenza sessuale – possono creare una disfunzione erettile. Nella maggior parte dei casi che incontro in ospedale, si tratta di giovani sotto i 25 anni, in crisi a causa della “rottura” della sessualità con cui comunicano con il resto del mondo, ai quali viene consigliata una terapia farmacologica. Per qualsiasi trattamento, però, è necessario che ci sia una compliance, un’adesione volontaria, senza di cui la cura non ha efficacia, ma in certe situazione può anche aggravare gli effetti collaterali. Prima di somministrare i vari Viagra o Cialis è necessaria un’attenta valutazione a livello psicogeno e organico da parte di un andrologo. Solo dopo – e con l’approvazione del paziente – si potrà decidere come proseguire»

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