martedì 1 aprile 2014

Disfunzione erettile di natura psicologica: curarsi con la psicoterapia



 Le cause psicologiche sono alla base di circa il 30% dei casi di disfunzione erettile registrati. Questo significa che per circa un terzo delle persone colpite da questo disturbo non è riscontrabile alcuna causa fisica che renda difficile raggiungere e mantenere l'erezione.

In questi casi, causati di solito da problemi come ansia, stress, ansia da prestazione, depressione, bassa autostima o problemi coniugali, può essere utile ed efficace ricorrere alla psicoterapia per risolvere i propri problemi di disfunzione erettile.

Prima di iniziare un trattamento di psicoterapia è necessario accertarsi che la disfunzione erettile non derivi da cause di natura fisica: sarà buona cura dunque consultare un andrologo e sottoporsi a tutti gli esami che vorrà prescriverci per escludere con certezza cause organiche.

Se la causa della disfunzione erettile è di tipo psichico, ci si può rivolgere ad uno psico-sessuologo che cercherà di guidare il paziente, aiutandolo a focalizzarsi sui concetti di amore e piacere anziché sulla mera prestazione, rimuovendo così le ansie.
È necessario che il soggetto arrivi all'accettazione del disturbo sessuale come realtà temporanea, quindi riesca a comprendere i suoi desideri e le sue esigenze sessuali, per poi definire le proprie aspettative e giungere ad una sessualità priva di ansia.

Un trattamento molto utilizzato è la cosiddetta "focalizzazione sensoriale", ovvero una serie di esperienze sessuali in cui si richiede alla coppia viene chiesto di accarezzarsi su tutto il corpo in modo molto graduale e senza mai arrivare all'atto sessuale propriamente detto, per eliminare l'ansia da prestazione legata alla penetrazione. In questo modo la coppia ritrova l'intimità, prima evitata per via evitati della disfunzione sessuale e i partner tornano a concentrarsi sulle proprie emozioni, abbandonando l'atteggiamento prestazionale che inibisce l'uomo.

Altro buon rimedio è la psicoterapia di coppia, che serve a riportare la comunicazione tra i partner, che in questi frangenti si fa più difficile,  per discutere francamente e diffusamente del problema e rimuovere le tensioni esistenti.

Una terza terapia che ha mostrato buoni risultati è l'ipnosi. Questo trattamento permette di aggirare le resistenze del paziente, consentendo un'azione diretta su quelle difficoltà su cui sarebbe altrimenti difficile lavorare. Inoltre, grazie allo stato di dissociazione, permette di raggiungere informazioni che sarebbero inaccessibili nello stato di veglia del paziente, consentendo di identificare rapidamente le cause eziopatogenetiche del disturbo e porvi rimedio.



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