mercoledì 16 aprile 2014

"Lo psicoterapeuta mi ha aiutato a superare le mie paure"

Quanto è difficile affrontare prendere coscienza del proprio problema e affrontare le paure più profonde, quando la causa della disfunzione erettile non è fisica? Abbiamo chiesto a chi ha vissuto questa situazione di raccontarci la propria esperienza. 

Per Stefano – che ci ha chiesto di tutelare la sua privacy usando un nome di fantasia – l’impotenza è una parola che lo perseguita da tempo. “Avevo poco più di vent’anni quando mi è capitato la prima volta di fare cilecca con ragazza di turno, ora mi avvicino ai quarant’anni”, racconta. Con il tempo la situazione si è decisamente aggravata: “Anche se ci sono periodi, mesi o addirittura anni, in cui va tutto bene, sono sempre alternati a giorni o settimane in cui mi è impossibile avere un rapporto sessuale soddisfacente – continua –. E alcune volte non riesco a provocare un’erezione neanche masturbandomi”. Il peggio arriva però quando si insinua nella mente la depressione: “La mancanza di desiderio sessuale è devastante, se penso che prima il solo pensiero di una donna nuda prima mi eccitava incredibilmente e ora mi capita di essere praticamente impassibile quando me lo trovo davanti”.

Dopo che gli esami del sangue non hanno riscontrato altre patologie, per il medico si tratta di una questione psicogena: “Ero scettico – spiega Stefano – e mi imbarazzava l’idea di un colloquio con uno psicologo. Anche l’andrologo ha poi confermato che la causa delle mie défaillances è lo stress, invitandomi a rilassarmi invece di prescrivermi cure con pillole tipo il Viagra”.

“Il terrore di allontanarmi sempre di più e perdere la mia compagna mi ha fatto fare il passo successivo: ho preso il coraggio a due mani e mi sono affidato a uno psicoterapeuta”. Il percorso è stato lungo e difficile: “Non posso ancora dire di aver risolto il mio problema completamente, ma di sicuro mi ha aiutato a guardarmi dentro. Parlando, ho scoperto un lato di me che mi era sconosciuto, sono riuscito a risolvere vecchi rancori con me stesso e a comprendere che non devo colpevolizzarmi in quei momenti di debolezza a letto. Avere accanto a sé qualcuno che ci sostenga è fondamentale: non siamo macchine, ma persone”.

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